In una ventosa giornata a Versailles, nel settembre del 1783, sotto lo sguardo attento del re Luigi XVI e del futuro presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson, venne lanciata una mongolfiera. Non c’erano persone a bordo, ma un montone, un’anatra e un gallo. La mongolfiera era bellissima: azzurro cielo, decorata con gigli francesi e soli dorati, in onore del re. Per quindici minuti la mongolfiera rimase in aria, prima che un colpo di vento interrompesse il viaggio. I “passeggeri” sopravvissero all’atterraggio rude e fecero la storia. Il primo volo in mongolfiera senza equipaggio fu un successo!
Il primo tentativo con equipaggio avvenne solo due mesi dopo, il 21 novembre. Questa volta con una mongolfiera realizzata dai due fratelli francesi, Etienne e Joseph Montgolfier.
Dal centro di Parigi, la mongolfiera si sollevò e rimase in aria per venti minuti. Il pubblico era in delirio. Il volo in mongolfiera era nato.
Cosa è successo prima del primo volo in mongolfiera
Annonay, un piccolo villaggio a sud di Lione in Francia, 1783. Fuori fa freddo e Joseph Montgolfier, figlio di un grande e ricco produttore di carta, si scalda le mani al fuoco del camino. La sua attenzione viene attirata da un indumento che si sta asciugando accanto a quel fuoco scoppiettante. L’aria calda che sfugge dal camino gonfia la camicia (o secondo alcuni la gonna di sua moglie). Questo dà a Joseph un’idea.
Insieme a suo fratello, conduce una serie di esperimenti fino a quando, il 4 giugno 1783, osano dare una prima dimostrazione pubblica. Un grande sacco di lino, coperto con carta proveniente dalla fabbrica di carta del loro padre, viene sollevato fino a 900 metri di altezza. I fratelli ci riescono accendendo un fuoco di lana e paglia sotto il sacco di lino, che poi si solleva grazie all’aria calda prodotta.
Ci furono diverse prove e dimostrazioni fino a quando, il 19 settembre, la prima mongolfiera si alzò davvero in volo, con alcuni passeggeri animali. Nel primo volo con equipaggio, il 21 novembre dello stesso anno, i fratelli non salirono a bordo. Erano solo spettatori, mentre un marchese e un ambizioso scienziato vennero ricoperti di medaglie dopo quel primo volo, ma festeggiarono comunque il loro successo: il volo in mongolfiera era stato inventato.
Prigionieri come cavie
I fratelli Montgolfier, quindi, non erano a bordo il 21 novembre 1783, durante il primo volo in mongolfiera. Prima di quel volo, nessuno aveva mai volato così in alto. Non si aveva idea di come il corpo umano avrebbe reagito a quell’altitudine. Combinando questo con la paura che una mongolfiera così fragile potesse schiantarsi, non c’era molta fila per salire su quella prima mongolfiera.
Luigi XVI, però, aveva una soluzione. Decise che due prigionieri condannati a morte avrebbero dovuto prendere posto nella mongolfiera. Se non avessero sopravvissuto al volo, non sarebbe stato un problema, dato che erano comunque condannati a morte. Se invece fossero sopravvissuti, li avrebbe ricompensati. E al pensiero che semplici prigionieri sarebbero stati accolti come eroi dopo un volo di successo, lo scienziato François Pilâtre de Rozier rabbrividì. No, avrebbe preferito correre il rischio lui stesso e ricevere tutti gli onori dopo il suo volo di successo. Insieme al marchese d’Arlandes, salì a bordo della prima mongolfiera con equipaggio. E i prigionieri che sarebbero dovuti essere cavie? Non ebbero motivo di lamentarsi, perché alla fine ottennero la grazia del re.
Champagne dopo l’atterraggio
Dopo aver ricevuto tutti gli onori, il marchese d’Arlandes e Jean-François Pilâtre de Rozier erano veri eroi. Il re di Francia era in estasi, quale impresa eroica avevano compiuto questi uomini. Luigi XVI decretò che d’ora in poi chiunque avesse partecipato a un volo in mongolfiera sarebbe diventato barone o baronessa del pezzo di terra su cui la mongolfiera atterrava. Una tradizione era nata.
Per celebrare il prossimo baronaggio o baronessaggio, i passeggeri della mongolfiera portarono a bordo una bottiglia di champagne. Quando alla fine la mongolfiera atterrò, però, un contadino furioso si avvicinò di corsa. Non gradiva l’atterraggio non annunciato nel suo campo. Per rimediare, i passeggeri offrirono lo champagne al contadino. Era nata una seconda tradizione.
Una tradizione che viene mantenuta ancora oggi
Sebbene oggi non sia più possibile dichiararsi barone o baronessa di un pezzo di terra, le tradizioni del volo in mongolfiera vengono mantenute anche oggi da CuliAir, in modo adattato. Dopo aver goduto del volo in mongolfiera, i passeggeri ricevono un po’ di erba del campo di atterraggio sulla testa. Quel pezzo di terra, sulla loro testa, viene battezzato con lo champagne tradizionale, e così si diventa un po’ barone o baronessa del proprio pezzetto di terra. Un simpatico cenno a una tradizione secolare.
In alto senza paura dell’altezza
Un battesimo con champagne rappresenta la conclusione di un’esperienza emozionante. Ma chi soffre di vertigini e pensa che un volo in mongolfiera con battesimo dello champagne non faccia per lui, ha fortuna. In una mongolfiera, infatti, non si soffre di vertigini.
Jean-François Pilâtre de Rozier e il marchese D’Arlandes trattennero probabilmente il respiro nel 1783, mentre salivano a grande altezza. Ma non soffrivano di vertigini. Poiché una mongolfiera si solleva completamente da terra, il tuo corpo non percepisce l’altezza. È diverso quando sei su una scala alta, dove tutto il tuo corpo è consapevole del fatto che sei a grande altezza.
Una mongolfiera si solleva gradualmente, mentre il terreno rimane orizzontale. Il cervello non percepisce l’altezza, quindi non si sviluppa la paura dell’altezza. È un bene, perché così tutti possono godersi un volo in mongolfiera. Non è un segreto che persino alcuni piloti di mongolfiere soffrano di vertigini. Preferiscono volare in una mongolfiera a 2 chilometri di altezza, piuttosto che stare su una scala di 2 metri.
Quindi non esitare a seguire le orme dei fratelli Montgolfier, di François Pilâtre de Rozier e del marchese D’Arlandes.
Combina un viaggio indimenticabile in mongolfiera con una cena squisita e concludi con lo champagne. Una cosa è certa: un volo con CuliAir è un’esperienza che non dimenticherai mai.